venerdì 22 marzo 2019

RISCHI DELLE TECNOLOGIE

Abbiamo sviluppato una mappa concettuale inerente al tema dei rischi delle tecnologie. Questa è la nostra mappa concettuale che abbiamo ideato.

https://padlet.com/miky_9_7/rischitecno

michela ceccarelli
benedetta lunelli
emanuele nini
marco castelli

venerdì 8 marzo 2019

L'avvento della tecnologia, per quanto abbia apportato numerosi benefici, ha cambiato notevolmente in maniera negativa il nostro modo di pensare, di relazionarci con gli altri, il nostro modo di vivere. Soprattutto negli ultimi anni, a causa della nascita di nuovi social network quali instagram, facebook, youtube e snapchat,  sono nati dei  mondi virtuali, paralleli  al mondo reale, che possono  arrivare a generare depressione e ansia agli utenti.

Da un lato, grazie a queste piattaforme, è possibile condividere ogni aspetto della propria vita: foto, canzoni, pensieri.  Nascono così identità online, tramite cui  si può arrivare anche a guadagnare se si ha molto seguito. Mi riferisco alla figura della fashion blogger, nata negli ultimi anni: si tratta di ragazze che condividono tutto sui social network per pubblicizzare vestiti, prodotti, negozi e quant'altro, facendo credere di avere una vita perfetta. Difficilmente si focalizzano sugli aspetti della propria vita, difficilmente pubblicano foto dove non appaiono perfette.  Ci spingono infatti a vivere una vita perfetta, ad avere un fisico perfetto, a dover avere per forza telefono uscito. Comunicano uno stile di vita invidiabile, che genera soprattutto nelle ragazze e nei ragazzi più vulnerabili, ansia, depressione, mancanza di sonno e problemi nel rapporto col proprio corpo. Questo è infatti l'aspetto negativo dell'utilizzo smisurato di questi social network. Vi sono adolescenti che trascorrono intere giornate con il cellulare, perdono di vista  le esperienze reali, i veri valori della vita, ed arrivano anche ad essere in panico quando sono disconnesse e non possono aggiornare in tempo reale le proprie bacheche (fenomeno del fear of missing out).

Infine, tutta questa influenza genera un vuoto in loro: infatti, possono essere circondati da tantissime persone, si può essere in una situazione bella e divertente, ma se non si ha la possibilità di utilizzare il proprio telefono per condividere il momento, tutto perde di significato e si può fare a meno di farlo.




Rischi della tecnologia

Da quando è nata la tecnologia ci sono stati numerosi cambiamenti nella società, alcuni positivi, ed altri negativi. Infatti alcuni supporti tecnologici (es telefoni, computer) possono diventare pericolosi, se usati in maniera sbagliata, soprattutto per le persone più vulnerabili e facilmente influenzabili.
Sono soprattutto  gli adolescenti, coloro  che, non avendo ancora le giuste conoscenze ed esperienze, si lasciano abbindolare da applicazioni, software e soggetti sbagliati. Si vanno a creare delle reti virtuali pericolose che adescano i ragazzini e li portano in un mondo parallelo.  L’avvicinarsi dei ragazzi (e non solo) a queste tecnologie ed applicazioni, favorisce l’allontanamento degli stessi sempre più dal mondo reale e ad essere assorbiti da quello virtuale.
Oltre naturalmente ad amplificare l’isolamento sociale reale ed a sviluppare una concreta dipendenza, il fenomeno comporta dei rischi più o meno conclamati o concreti. Rischi che vanno dall' essere vittima di adescamento di malintenzionati fino a utilizzare le tecnologie per compiere reati veri e propri.
In particolar modo a causa delle tecnologie, il fenomeno del bullismo, chiamato cyberbullismo,  è diventato ancora più rischioso poichè le vittime sono sempre e costantemente nelle mani dei loro oppressori, poichè tramite social network, messaggi e chiamate, possono essere in ogni singolo momento controllate e manipolate.
Proprio per questo è necessario un controllo adeguato e una maggiore attenzione da parte dei genitori e degli educatori, riguardo all'utilizzo che i loro figli fanno con i vari supporti tecnologici. Oltre al controllo, ci vuole una maggiore rigidità da parte dei genitori nel dare  nelle mani dei ragazzini i vari strumenti tecnologici, inoltre devono limitarne anche l'utilizzo di essi.
Allego qui un articolo del giornale il Panorama, dove elenca una serie di effetti nocivi che uno smartphone può dare nel periodo dell' infanzia e nella pre-adolescenza.




«300mila italiani tra i 12 e i 25 anni a rischio dipendenza da internet»

I dati Istat segnalano che quasi il 95% dei teenager italiani tra 14 e 19 anni utilizza internet. Studi internazionali indicano che l’utilizzo della tecnologia può diventare problematico in una percentuale compresa tra l’1 e il 4% circa di questi ragazzi. «Le stime nostrano contano circa 300mila giovani tra i 12 e i 25 anni con dipendenza da internet - dice Claudio Mencacci, direttore Dipartimento Neuroscienze e salute mentale dell'ASST FBF-Sacco di Milano -. Gli adolescenti di oggi sono stati correttamente definiti “nativi digitali”: vivono il proprio sviluppo identitario in un mondo in cui uno degli aspetti centrali è rappresentato dalla tecnologia, ma è fondamentale comprendere quale possa essere l’effetto di questi strumenti nel percorso di modellazione cerebrale del loro cervello. Ed è determinante che loro stessi comprendano i pericoli a cui si espongono se esagerano, proprio come si fa con fumo o droghe».

L’adolescenza è un periodo fondamentale nella formazione dell’individuo. La transizione psicologica e neuro-biologica che caratterizza questa fase darà poi forma al cervello adulto. Durante questo periodo il cervello si modella, si definiscono le reti di connessione neurale che consentono all’individuo di acquisire competenze cognitive, emotive, relazionali e affettive, che rimarranno stabili per il resto della vita. La salute mentale è tra i capisaldi del benessere individuale.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’utilizzo eccessivo di smartphone, gaming, internet e social network provoca effetti sullo sviluppo cerebrale. In particolare, negli adolescenti con dipendenza marcata da smartphone sono state osservate modificazioni della materia bianca (prevalentemente dei fasci di connessione cortico-subcorticali) simili, almeno in parte, a quelle riscontrate in soggetti con dipendenza da internet. Alcuni studi hanno segnalato ad esempio, un peggioramento sintomatologico nei bambini e negli adolescenti affetti da Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) e rischi elevati per soggetti con forme di autismo ad alto funzionamento (sindrome di Asperger). 


L’utilizzo eccessivo degli strumenti tecnologici può portare alla perdita del contatto con la vita scolastica e di relazione, può costituire una soluzione inconsapevole alle difficoltà della vita reale, può riempire il vuoto che deriva dalle difficoltà di interagire con gli altri creando un falso equilibrio che sfocia in forti crisi nel momento in cui lo si interrompe. L’adolescente rischia così di isolarsi e di perdere una fase fondamentale della propria vita, un periodo di straordinaria ricchezza e potenzialità.

La tecnologia modifica i concetti di tempo e spazio, accelera i ritmi di vita e allo stesso tempo riduce le distanze; porta allo sviluppo di capacità cognitive differenti, implementa alcune forme di apprendimento e di memoria, alcune competenze cognitive a discapito di altre, e modo di allerta differenti. Se utilizzata prima del sonno, altera il ritmo sonno-veglia ovvero la parte della giornata più importante perché si è soli con sé stessi, si riflette e si riprendono le forze.

In altre parole, sotto l’effetto della tecnologia non si sa più come svolgere una determinata azione, ma si sa come chiedere a uno strumento di svolgerla per noi; si avverte la necessità di una maggiore flessibilità e rapidità; l’attenzione si amplifica a discapito della performance; in presenza di un device potenzialmente attivo si vive uno stato di allerta che porta a controllare il telefono più volte anche in assenza di reali segnali; occorre più tempo per completare un compito; si demanda al cellullare o a internet la conservazione di un numero sempre maggiore di informazioni (ad esempio i numeri di telefono, dove abbiamo parcheggiato, dove abbiamo lasciato le chiavi della macchina ecc…) mentre la mente crea mappe differenti che ci servono per recuperarle.

Diversi studi hanno analizzato gli effetti cognitivi dell’esposizione al gaming e hanno mostrato che i videogame migliorano l’attenzione visiva e la coordinazione, ma inducono a comportamenti impulsivi e aggressivi.
 La struttura di questi giochi, ideata con l’incentivo a raggiungere il livello successivo per avere il premio finale, è molto attraente per ragazzi dipendenti dalla ricompensa e dimostra che chi ha sviluppato questi giochi conosce bene gli adolescenti e la loro neurofisiologia.

La tecnologia permette, in sintesi, enormi vantaggi sul versante dell’acquisizione delle conoscenze, specialmente di conoscenze settoriali e tecniche, mentre rischia di non aiutare nella creazione delle competenze emotive, affettive e relazionali. L’aspetto centrale dell’adolescenza, che potremmo anche definire come l’età delle scelte, è proprio quella di non lasciare irrisolte problematiche emotive, relazionali e affettive. È quindi centrale la necessità di prestare attenzione ai ragazzi che mostrano un pattern problematico di utilizzo di questi mezzi.



Un altro fenomeno “invadente” delle nuove tecnologie informatiche ( telefoni cellulari, internet, podcast ecc.) è la creazione di un contesto aggregativo sociale nelle giovani generazioni, di specie totalmente nuova. Si viene a creare una cosiddetta rete virtuale “creativa” che lega i ragazzi in maniera “sotterranea” a tal punto che questo vincolo viene ad essere visto come una effettiva “superpotenza” ovvero una nuova modalità di aggregazione totalmente sconosciuta agli adulti che hanno un rapporto educativo con i ragazzi.
L’avvicinarsi dei ragazzi (e non solo) a queste tecnologie ed applicazioni, favorisce l’allontanamento degli stessi sempre più dal mondo reale e ad essere assorbiti da quello virtuale.
Oltre naturalmente ad amplificare l’isolamento sociale reale ed a sviluppare una concreta dipendenza, il fenomeno comporta dei rischi più o meno conclamati o concreti. Rischi che abbiamo già sottolineato ma anche rischi di altra natura, ad esempio l'essere vittima di adescamento di malintenzionati ovvero utilizzare le tecnologie per compiere reati veri e propri. Il pericolo più recente che si nasconde dietro uno schermo è il cyberbullismo, o bullismo elettronico, termine che indica un atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui usando varie forme di contatto elettronico, contro una vittima che non può facilmente difendersi. Sono considerati atti di bullismo elettronico l’invio di messaggi scortesi, offensivi, insultanti attraverso e-mail, sms, mms, telefonate sgradite o talvolta mute; la diffusione o pubblicazione online di materiale altamente offensivo e denigratorio, come, per esempio, immagini alterate o fotomontaggi della vittima; l’esclusione intenzionale di un coetaneo da un gruppo online, da una chat, da un game interattivo e da altri ambienti protetti da password, con lo scopo di determinarne una riduzione di collegamenti amicali, popolarità e quindi “potere”; l’ormai famoso fenomeno dell’happy slapping, in cui un ragazzo o un gruppo di ragazzi picchiano un coetaneo mentre altri riprendono con il videofonino l’aggressione, che verrà poi pubblicata in Internet, diventando, così, occasione di condivisione e derisione online.

L’attenzione deve essere rivolta in particolare al mondo dell’infanzia e, in tal senso, è necessario creare nuove tecniche di intervento e più efficaci modalità relazionali che soddisfino i bisogni intellettuali ed emotivi dei ragazzi, ponendo particolare attenzione alle misure di protezione obbligatorie nei confronti dei minori.
I messaggi trasmessi dai media (televisione, film, videogiochi, internet …..) esercitano un’influenza sempre maggiore sui comportamenti dei giovani, con il rischio di sostituirsi alla famiglia e alla scuola nella costruzione di valori e modelli di riferimento.
Il mondo delle tecnologie è molto affascinante ed eccitante per bambini e ragazzi che navigando su internet o a volte assistendo a programmi televisivi inadeguati alla loro età possono avere disturbi psichici non indifferenti. Fin dall’età della scuola materna i bambini vedono, in media, quasi 2 ore di televisione al giorno con un incremento progressivo negli anni della scuola elementare; è stata rilevata una maggiore esposizione durante il week-end e i giorni festivi. Con l’età, aumenta anche la percentuale di bambini che hanno la disponibilità di una TV nella loro camera, determinando di fatto un’assenza di controllo su ciò che scelgono di vedere e un maggior isolamento dal resto del nucleo familiare. Risulta che tra i 5 e 13 anni la principale attività dei bambini è guardare la TV (29% del loro tempo libero, che sale al 35% aggiungendo altri mezzi elettronici di intrattenimento), sottraendo spazio ad altre forme di svago (gioco, attività fisico-sportiva, lettura, rapporti con familiari e coetanei).

E’ importante quindi sottolineare ai genitori ed agli educatori che i bisogni fondamentali dei bambini d’oggi sono gli stessi di ieri. La diversità riguarda piuttosto gli strumenti a loro disposizione per accedere alla conoscenza e alla realtà che li circonda. Chi si occupa di educazione deve relazionarsi con i bambini in modo creativo senza stabilire in anticipo ciò che deve succedere; lasciare spazio d’ascolto, è utile per capire cosa pensano i giovani e per stabilire un rapporto di fiducia preparandoli anche a eventuali pericoli insiti nella navigazione di internet. Andare in rete o chattare o usare il computer in modo inconsapevole è come mandare i figli fuori casa da soli senza prepararli ai pericoli che possono incontrare. Il pericolo principale è che si perdano per strada o che facciano del male o ancora peggio che qualcun altro faccia loro del male. Il computer e i videogiochi (playstation, nintendo), se male impiegati, potrebbero rafforzare o ampliare il senso di onnipotenza già presente nella struttura infantile e intralciare la loro crescita, creare un senso di dipendenza, aumentare le confusioni tra il vero e il finto. La connessione on line più che una riorganizzazione del tempo libero, comporta una contrazione delle ore di sonno, come suggerito dal rilievo di una prevalente utilizzazione di internet nelle ore notturne.

I media possono togliere tempo allo studio, determinare uno stato di passività intellettuale, con riduzione del piacere alla lettura e, conseguentemente, dell’immaginazione, ridurre la capacità di concentrazione, indurre comportamenti impulsivi. Ciononostante le nuove tecnologie sono utili e straordinarie per l’apprendimento, la comunicazione e per sviluppare anche la creatività; non vanno quindi demonizzate in blocco né i loro effetti sono ovviamente solo negativi. I genitori, gli educatori, i pediatri dovrebbero sempre rilevare il tempo, le modalità di utilizzo e i contenuti dei media a cui sono esposti bambini e ragazzi, cercando di cogliere i possibili pericoli e “l’inganno” dei modelli proposti.

Link di approfondimento:

Tema sul bullismo e sul cyberbullismo: cosa succede quando il bullismo passa anche dai nostri smartphone.
Tema sui social network e i giovani: che relazione hanno gli studenti con la tecnologia e i social network.
Tema sul fenomeno degli Youtuber: chi sono e come è cambiato il modo di comunicare.
Le nuove tecnologie sono entrate prepotentemente nelle famiglie e nelle scuole e i media esercitano un'influenza sempre maggiore sul comportamento di bambini e ragazzi. Per questo un'attenzione particolare va rivolta agli effetti che questi fattori hanno sull'infanzia e alle difese che si possono mettere in campo. Per tale motivo a mio parere è necessario riflettere sui molteplici effetti psicologici che in un modo o nell'altro coinvolgono chi li usa. E' pertanto indispensabile creare nuove tecniche d'intervento e modalità relazionali più efficaci che soddisfino i bisogni intellettuali e emotivi dei ragazzi. I messaggi trasmessi dai media esercitano un'influenza sempre maggiore sui più piccoli andando a sostituirsi alla famiglia e alla scuola nella costruzione dei modelli di riferimento. A mio parere chi si occupa di educazione deve relazionarsi con i bambini in modo creativo, lasciare spazio all'ascolto e capire che cosa pensano i giovani al fine di creare un rapporto di fiducia preparandoli anche a eventuali pericoli di internet. Mi riferisco soprattutto al pericolo di passività intellettuale, con la riduzione pertanto della lettura e dell'immaginazione; di ridurre la capacità di concentrazione; di indurre comportamenti impulsivi.I genitori e gli educatori dovrebbero pertanto rilevare il tempo, le modalità di utilizzo e i contenuti dei media a cui sono esposti i bambini e ragazzi, cercando di cogliere i possibili pericoli e l'inganno di tali modelli.

BIBLIOGRAFIA
Tipo di riferimento bibliografico: Articolo di rivista online                                                              Esempi all'interno del testo: I media possono togliere tempo allo studio, determinare passività intellettuale ecc...
Esempi note bibliografiche: Alberto Chiara www.crescibimbo.it